Scansioni radar rivelano strutture sepolte nel sito di Durupinar: possibile traccia dell’Arca di Noè?
Nel cuore delle montagne dell’Anatolia orientale, nell’est della Turchia (e a pochi chilometri dal confine con l’Iran), a circa 30 chilometri a sud del Monte Ararat, una struttura rocciosa a forma di imbarcazione torna a catturare l’attenzione di scienziati e studiosi. Questa struttura rocciosa lunga 164 metri allocata presso il sito di Durupinara è stata oggetto di indagini approfondite da parte del team di ricerca Noah’s Ark Scans, guidato da Andrew Jones.
Utilizzando tecnologie avanzate come il georadar (altresì noto come GPR, ground penetrating radar), i ricercatori hanno identificato anomalie sotterranee che includono strutture angolari, corridoi centrali e laterali, e una cavità profonda circa 4 metri. Queste caratteristiche sembrano corrispondere alla descrizione biblica dell’Arca di Noè, che, secondo il libro della Genesi, era dotata di tre ponti:
Fatti un’arca di legno di gofer; falla a stanze, e spalmala di pece di dentro e di fuori. Ecco come la dovrai fare: la lunghezza dell’arca sarà di trecento cubiti, la larghezza di cinquanta cubiti e l’altezza di trenta cubiti. Farai all’arca una finestra, in alto, e le darai la dimensione di un cubito; metterai la porta da un lato, e farai l’arca a tre piani: uno da basso, un secondo e un terzo piano.
Le analisi del suolo hanno rivelato differenze significative tra l’interno e l’esterno della formazione. All’interno, i livelli di potassio sono aumentati del 40%, il pH è più basso e la materia organica è raddoppiata, suggerendo la possibile presenza di legno in decomposizione. Inoltre, la vegetazione sopra la struttura presenta una colorazione diversa rispetto all’area circostante, indicando potenziali alterazioni chimiche del suolo dovute a materiali sepolti.
“Non ci aspettiamo di trovare un’arca completamente conservata” ha dichiarato Jones alla Christian Broadcasting Network: “Ciò che rimane è l’impronta chimica, frammenti di legno e, nel terreno, la forma di un corridoio”.
La formazione rocciosa del sito di Durupinar è stata scoperta nel 1959 dal capitano dell’esercito turco Ilhan Durupinar (da qui il nome) durante una missione di mappatura aerea. Negli anni successivi, è stata oggetto di numerose indagini, ma solo recentemente le tecnologie moderne hanno permesso di ottenere dati più dettagliati.
Secondo il team di ricerca, la formazione potrebbe essere stata sommersa durante un’inondazione catastrofica circa 5.000 anni fa, periodo che coincide con il racconto biblico del Diluvio Universale. Da segnalare frattanto la suggestiva coincidenza che vuole che questo sito si trovi a poca distanza dal monte Ararat, luogo dove, secondo la credenza, l’Arca si sarebbe fermata.
Attualmente, il team prevede di proseguire con ulteriori test non invasivi, tra cui perforazioni per inserire telecamere e analisi radar più approfondite, al fine di determinare con maggiore certezza l’origine della struttura. Queste indagini potrebbero fornire nuove informazioni su uno dei misteri più antichi della storia umana (un mistero antico come la bibbia).
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