Una recente scoperta modifica molte delle teorie che si avevano sulla Luna. Quali sono le conclusioni cui sono giunti gli scienziati.
La Luna rappresenta da sempre l’obiettivo di studi e ricerche, suscitando la curiosità degli uomini fin dall’antichità. Forse per la sua bellezza misteriosa, forse per l’influsso che ha nei confronti della Terra, o forse semplicemente per la sua vicinanza, la Luna rappresenta un punto d’arrivo quindi per l’esplorazione e la scienza.

Come noto sono trascorsi diversi decenni dalle missioni lunari e nel corso del tempo le ricerche hanno subito un rallentamento, soprattutto quelle effettuate con sonde spaziali. Negli ultimi tempi l’attività di studio della Luna è ripresa con una serie di missioni senza equipaggio dirette sulla superficie e in orbita intorno al satellite. Proprio da una di queste stanno emergendo delle informazioni inattese e molto importanti.
Luna, che cosa hanno rivelato le ultime missioni
Una degli aspetti più controversi sulla luna riguarda la sua composizione interna. Ora dalla missione GRAIL (Gravity Recovery and Interior Laboratory) emergono importanti novità che gettano luce sul mantello interno della Luna.

Dalle osservazioni effettuate è emerso che il lato lunare rivolto verso la terra sarebbe fino a 170° più caldo di quello opposto e non visibile dal nostro pianeta. Sappiamo che la faccia visibile della Luna è coperta da enormi colate laviche più scure e visibile dalla Terra. Invece il lato nascosto è più montuoso e irregolare e senza grandi distese laviche.
La differenza dipenderebbe proprio dalla composizione del mantello. I ricercatori hanno scoperto che la capacità del mantello di deformarsi si modifica da una faccia all’altra. Questa diversità dipende dal calore interno del mantello che risulta maggiore sul lato visibile rispetto a quello non visibile. La scoperta si deve ai risultati delle osservazioni effettuate dalle sonde gemelle Ebb e Flow, che hanno orbitato intorno alla luna per misurare le variazioni del campo gravitazionale del satellite.
A determinare il calore del lato visibile del satellite sarebbero elementi radioattivi come il torio e il titanio, concentrati in quell’emisfero. Quindi sarebbe il decadimento radioattivo di questi elementi a mantenere il mantello più caldo nel corso di milioni di anni. Inoltre potrebbe essere proprio quel calore a causare l’attività vulcanica, i cui effetti sono presenti sull’emisfero lunare che si vede dalla Terra.
I mari lunari, le macchie scure che si vedono dalla Terra, dipenderebbero proprio da questa attività vulcanica. Arriva così la conferma dell’asimmetria interna della Luna, ipotizzata da molti studiosi ma mai provata scientificamente. Gli studi sulla gravità quindi hanno dato importanti risultati con un modo applicabile in futuro anche in altre missioni spaziali più lontane.