Scienziati rivelano che tutti gli esseri viventi emettono una luce che svanisce alla morte: di cosa si tratta?
Tutti noi abbiamo la luccicanza, ma il capolavoro dell’horror diretto da Stanley Kubrick Shining non c’entra nulla, in questo caso. Un recente studio condotto dall’Università di Calgary e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche del Canada ha evidenziato che tutti gli esseri viventi, inclusi gli esseri umani, emettono una luce estremamente debole, nota come biophoton.

Questa emissione luminosa, invisibile all’occhio umano, si interrompe quando l’organismo muore o aumenta se è sottoposto a stress estremo. Di seguito andiamo a vedere come funziona questo aspetto degli esseri viventi ai limiti della fantascienza.
Gli esseri viventi emettono una luce, fino alla morte: la spiegazione del fenomeno
I biophoton sono fotoni ultra-deboli generati da reazioni biochimiche all’interno delle cellule viventi. Gli scienziati hanno osservato che, in condizioni di stress o danno, l’intensità di questa emissione aumenta, mentre scompare completamente dopo la morte. Esperimenti condotti su topi e piante, come l’Arabidopsis thaliana (l’arabetta comune) e la Schefflera arboricola, hanno confermato che le aree danneggiate emettono più luce rispetto a quelle intatte.

Il fisico Vahid Salari e il suo team hanno documentato una significativa differenza nell’emissione di biophoton prima e dopo l’eutanasia dei topi. Similmente, schiacciare le foglie delle piante ha provocato un aumento dell’emissione luminosa, suggerendo che le specie reattive dell’ossigeno (ROS) siano responsabili di questo fenomeno.
“I nostri risultati mostrano che le parti danneggiate di tutte le foglie erano significativamente più luminose rispetto alle parti non danneggiate durante tutte le 16 ore di imaging”, hanno scritto i ricercatori nel loro rapporto, pubblicato su The Journal of Physical Chemistry Letters.
Queste scoperte aprono nuove prospettive per la diagnostica non invasiva in medicina e agricoltura. Monitorare l’emissione di biophoton potrebbe permettere di valutare lo stato di salute dei tessuti umani e animali, nonché di monitorare lo stress nelle colture. Già studi precedenti suggerivano che il corpo umano emette una luce bioluminescente, sebbene troppo debole per essere percepita senza strumenti specializzati; per certo questa luce potrebbe essere utilizzata come indicatore dello stato fisiologico dell’organismo.
È frattanto quantomeno suggestivo notare come tutti gli esseri viventi (che siano piante, animali o esseri umani) siano accumunati da questa luce, cui qualcuno potrebbe sicuramente attribuire un significato filosofico / religioso.